All’interno di una struttura a colonna ed arcate di gusto classico in rovina, sotto ad un tetto di paglia su cui è collocata la stella cometa, è posta la Sacra Famiglia, con Giuseppe alle spalle della Madonna. La Vergine ha le sembianze di una giovane donna con il capo aureolato, coperto da un velo bianco che lascia scoperta una lunga ciocca di capelli e realmente giganteggia sulla soglia del rudere. Indossa un pesante mantello azzurro cupo che le ricopre le spalle e si increspa con belle naturali pieghe attorno al ginocchio destro, coprendo la veste rosa-amaranto che si affloscia con complesse increspature ai suoi piedi. Maria regge sula sua gamba, sostenendolo con la destra, un vivace Bambinello che si protende con gioiosa curiosità infantile verso il Re Magio più anziano, inginocchiato con le mani giunte dopo aver consegnato il proprio dono che la Vergine stringe con la sinistra. Melchiorre mostra barba e capelli bianchi, indossa un elegante mantello giallo dal collo di pelliccia, probabilmente ermellino. Alle sue spalle Gasparre, più giovane, avvolto in un ampio mantello rosso che scende dagli omeri, si attorciglia attorno al braccio sinistro e scende verso il fondo con belle, profonde increspature triangolari, reca nella destra il suo dono, l’incenso. Più defilato, con in testa un lungo cappello a punta, vestito con una corta tunica azzurra e pantaloni gialli, è posto Baldassarre, il Re nero anch’egli recante il suo regalo. Numerosi personaggi, fra cui uno a cavallo recante uno stendardo, due intenti a parlare fra loro, immersi in un paesaggio collinare, completano la scena.
Il dipinto unisce caratteristiche proprie della pittura fiamminga, avvertibili principalmente nella precisa e ricercata resa dei doni e nei lineamenti della Vergine e di San Giuseppe, a caratterateristiche più prettamente italiane, quali il paesaggio, la struttura classicheggiante in rovina (simbolo della sconfitta del paganesimo) che funge da ricovero per i componenti della Sacra Famiglia e le loro maggiori dimensioni rispetto agli altri personaggi per sottolinearne la più importante posizione gerarchica (retaggio di una tradizione risalente al medioevo).
La comistione di elementi stilistici fiamminghi ed italiani mostrata dal nostro dipinto fa peraltro ritenere che lo stesso sia da attribuire a pittore d’Oltralpe attivo nella nostra penisola a cavallo fra il XV ed il XVI secolo.