Durante il regno di Carlo VI (1380-1422) la corte parigina, nonostante prosegua stancamente la guerra dei cent’anni contro l’Inghilterra, è più fastosa che mai, eguagliata inoltre dallo sfarzo di cui si circondano i consanguinei del re: gli zii Luigi d’Angiò, Filippo l’Ardito di Borgogna, Giovanni di Berry e Luigi II di Borbone, il fratello Luigi d’Orleans ed i cugini Luigi II d’Angiò e Giovanni senza Paura di Borgogna via via imitati dagli appartenenti alle classi più abbienti.
L’arte riceve nuovi stimoli, le opere si caratterizzano per la raffinata eleganza dell’esecuzione e la ricchezza dei materiali impiegati e gli artisti gareggiano fra loro sforzandosi di sedurre la prorpia clientela percorrendo nuove strade e con nuovi virtuosismi. Gli stilemi un po’ cristallizzati dei decenni precedenti vengono abbandonati, il gotico acquista nuova linfa; grazie ai viaggi ed alle relazioni dei principi committenti, alla pratica dei matrimoni ed agli spostamenti degli stessi artisti si viene a creare in Europa quell’unità culturale che Louis Courajod chiamerà gotico internazionale, detto poi anche cortese, che porterà fra l’altro alla ribalta europea anche regioni più periferiche, come la Boemia. Neppure le immagini di culto sfuggono a tale rinnovamento avvertibile soprattutto nella rappresentazione della Vergine, che passa dalla bellezza algida, trascendentale ed un poco distante del gotico tradizionale ad una bellezza più umanizzata, avvolta in una cascata di panneggi ricchissimi, ricavandone un aspetto più accattivante e mondano. Tale mutamento inizia in pratica alla corte di Praga e si diffonde rapidamente in Austrtia, Germania, Ungheria, Slovenia, Francia ed Italia settentrionale (soprattutto intorna all’arco alpino), dando vita al cosiddetto stile dolce o delle Schone Madonnen, ed è all’interno di tale corrente artistica che va riportata la nostra scultura.
Maria è raffigurata in piedi; sul corto velo che le copre il capo e prosegue sul collo e sugli omeri lasciandole scoperte ciocche di capelli, è posta una pesante corona con decori floreali, simbolo della Sua regalità; il volto dall’ovale perfetto, si caratterizza per l’ampia fronte senza increspature, bocca, naso ed occhi regolari e ben disegnati. Un pesante mantello le scende dalle spalle diviso in due lembi: quello di destra le gira intorno al corpo, scendendo con belle pieghe laterali ad imbuto nella parte centrale ed a falde rigonfie sul lato sinistro, dove appare trattenuto dal braccio della Vergine all’altezza del Bambinello, mentre una bella serie di increspature a cascata sono formate dal mantello che si arrotola attorno al braccio destro della Vergine, leggermente sollevato. Gesù è sostenuto dalla mano sinistra di Maria e poggia parzialmente sull’anca materna, notevolmente in fuori. Il capo con la pesante corona lievemente volto a sinistra contrapposto al movimento delle spalle ribassate a destra ed il fianco sinistro fortemente esposto, donano alla figura di Maria un elegante andamento sinuoso. Il Bambinello è praticamente nudo, a parte un leggero velo, ha il visetto rotondo, capelli castani e lineamenti regolari simili a quelli materni; il capo lievemente volto a sinistra e con la destra pare indicare il globo che regge nell’altra mano. Le gambe incrociate, i suoi movimenti e la sua precaria stabilità sono mezzi usati dallo scultore per attirare l’atenzione dei fedeli su di Lui, che a quel tempo era la figura più importante del gruppo.
La Madonna poggia i piedi coperti dal panneggio delle vesti su di un quarto di luna, umanizzata da un volto maschile al di sotto dell’arco.
I caratteri fisiognomici dei Personaggi (fronte molto spaziosa, bocca minuta, mento piccolo e sporgente), l’anchement pronunciato ed il modo ridondante di panneggiare fanno attribuire la nostra bella scultura ad artefice operante probabilmente in Austria (Salisburgo fu un centro importante di diffusione del nuovo stile) entro la prima metà del XV secolo.